Il Sostegno nello Shiatsu

Di Douglas Gattini. Copyright Reg. SIAE

 

“Guai a chi è solo, perché
se cade non ha chi lo sollevi”

Ecclesiaste (libro sapienziale dell’Antico Testamento, IV, 10)

(Ciò che è atto a sostenere. Sostenere, dal latino “sustinere”, tener su cosa o persona perché non abbia a cadere)

 

Un’importante scoperta mentre si impara lo Shiatsu è che la pressione, pur rappresentando l’ingrediente fondamentale del trattamento non è il solo obiettivo dell’azione sul ricevente e non è sufficiente da sola ad esaurire le finalità di questo tipo di trattamento. Perché possa essere pienamente efficace non può essere disgiunta dalla considerazione della reale condizione di chi dovrà ricevere la pressione stessa.

Chi ha perso energia o si trova in una condizione di blocco energetico, cade in uno stato di menomazione allo stesso modo in cui un viandante per qualche problema di deambulazione comincia prima a zoppicare e poi, se la situazione si aggrava, può arrivare ad arrestarsi e talvolta a non essere più in grado di reggersi in piedi. Per aiutarlo a camminare ancora, occorrerà prima sostenerlo. Allo stesso modo non è pensabile aiutare qualcuno nei suoi squilibri energetici, se prima non gli si fa sentire il sostegno di qualcuno che lo sollevi momentaneamente dalla sua sofferenza e dalla sua responsabilità di gestire il problema.

Con la presenza fisica delle tue mani dovrai sapere identificare intanto nel trattamento le zone energetiche in equilibrio, che saranno poi quelle a cui spetterà il compito di sostenere il processo di riattivazione di quelle disarmoniche. In termini di tecnica vera e propria, potrai realizzare in modo concreto questa azione di sostegno stimolando con la mano attiva, quella che comunemente viene chiamata mano figlia, solo con l’intensità permessa dalla mano che sostiene, quella chiamata mano madre o, appunto, mano sostenente. A volte la situazione del ricevente è talmente debilitata che tutto il trattamento può diventare solo di tipo sostenente, perché al momento non è permesso alcun intervento di  reale stimolazione e il lavoro importante è quello di dar supporto alla base energetica affinché questa diventi più forte per reagire successivamente al trattamento vero e proprio.

In sostanza, tutte le attivazioni che abbiamo in mente di fare sul ricevente dipendono dalla riserva di energia vitale che egli possiede in quel momento. Le necessità che egli manifesta di essere sostenuto danno la chiave per capire quanto lavoro possiamo chiedere al ricevente perché sia in grado di dare una risposta al nostro Shiatsu attivo.

Se il tuo Shiatsu non sta avendo i risultati che avevi sperato, il motivo può essere ricercato nel fatto che il tuo interlocutore non riceve da te sufficiente sostegno, o forse la “tua” azione Shiatsu predomina nel trattamento, tu predomini e metti in seconda posizione il bisogno che il ricevente ha di una spalla che lo aiuti a sollevarsi per riprendere il suo cammino.