82 – Il maestro muratore

A Valparaìso un vecchio muratore che non sapeva né leggere né scrivere, da tanto tempo era diventato quasi sordo.
Era colui che nel quartiere, durante la mia infanzia, faceva tutti i lavori nelle case del vicinato.
In Cile l’artigiano, chiunque esso sia, viene chiamato “Maestro” per convenzione e rispetto del suo mestiere.
Da lui per primo appresi l’importanza dei gesti e del linguaggio non verbale.
Quando gli andava, mi accettava come aiutante, e passavo i pomeriggi in mezzo ai suoi cantieri.
La cosa per me era affascinante, anche per come era introverso il mio carattere.
Il “Maestro”, senza poter ascoltare granché, riusciva però perfettamente a capire cosa avevo in mente e il più delle volte interpretava i miei gesti e mi dava delle risposte leggendomi nel pensiero: una scuola di comunicazione non verbale di grande portata.
Un giorno si fermò durante il lavoro, si sedette su una pila di mattoni e cominciò a farsi delle vere e proprie pressioni a pollici sovrapposti sulle gambe e, con i polpastrelli delle mani, bilateralmente sulle cervicali.
Senza che io glielo chiedessi mi spiegò che era vecchio e che aveva bisogno di riattivare il suo “carburante”.
So di certo che l’anziano muratore autodidatta non ebbe mai l’opportunità di sapere se fosse o meno esistito lo Shiatsu.
Molti anni dopo, quando incominciai a studiare questa disciplina, mi ricordai del vecchio “Maestro” muratore, del suo modo non verbale di percepire il linguaggio degli altri, della sua filosofia pacifica della vita e degli auto trattamenti di Shiatsu che ogni tanto si faceva per togliere la tensione e la stanchezza causate dal suo impegnativo lavoro manuale.
Un ricordo importante che non potrò mai dimenticare nella mia vita di Shiatsuka.

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